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C'era una volta
Questa piccola storia inizia nel 1951 quando Diva e Cecco Saragoni rilevarono una vecchia osteria, dove si beveva solo vino, a San Piero in Bagno nell’Appennino romagnolo ai confini con la Toscana. Decidono di non vendere solo vino ma di mettersi anche ai fornelli e così cambiano il nome, da Osteria Gambero Rosso a Trattoria Verdi. Diva tira le sfoglie a mano e Cecco gira lo spiedo nel camino. Sono una bella coppia nella loro semplice eleganza e Diva poi rende onore al nome che indossa: portamento e sguardo intenso. Poco dopo, a furor di popolo, tornano al vecchio nome, con una variante: l’insegna Trattoria Verdi si trasforma in Locanda Al Gambero Rosso, approfittando del fatto che all'attività vengono aggiunte anche alcune camere.
Arriva Giuliana
Pur sempre indaffarati, Diva e Cecco trovano il tempo di mettere al mondo Giuliana, una bella bimba che cresce fra i profumi delle tagliatelle, degli arrosti e degli stufati. Aiuta la mamma in cucina, studia e si diploma insegnante di scuola materna, poi si sposa e si trasferisce con il marito Moreno a Forlì come impiegata del Comune.
Il richiamo della cucina
Gli anni passano, siamo nel 1992, Diva e Cecco sentono il peso di una vita passata in piedi e Giuliana decide di subentrare ai genitori con un’idea fissa in testa: una proposta di cucina che guardi anche al passato, una sorta di operazione di archeologia alimentare. Il che, per un'autodidatta come lei, potrebbe significare un salto nel buio.
E’ affascinata dai piatti poveri, poverissimi ma pieni di sapori e fantasia, della tradizione contadina del territorio in cui è nata. Piatti che non esistono più o stanno scomparendo e che lei ha avuto l'opportunità di assaggiare da piccola grazie alla nonna che - a dispetto di una cucina sempre più contaminata dal benessere - continuava spesso a fare per sé incurante delle "novità". Diva e Cecco l’ascoltano, scuotono il capo non immaginando che Giuliana stava parlando loro di un’operazione che oggi si può definire culturale, qualcosa di unico nel panorama italiano della ristorazione.
Una scommessa vinta
La partenza non è stata facile, la vecchia clientela è disorientata e solo il tam tam dei nuovi avventori ha fatto conoscere in giro la nuova locanda. Una sera capita lì Gianni Mura e la sua recensione sul "Venerdì di Repubblica" attira l’attenzione dei gourmets e degli ispettori delle guide gastronomiche. La Locanda entra nella prestigiosa Guida Michelin, in quelle de Il Gambero Rosso, Veronelli, Osterie d’Italia, Espresso, TCI, Accademia Italiana Cucina, Panorama. Poi interviste, partecipazioni a trasmissioni nelle più importanti reti televisive, redazionali. Nel 2001 Davide Paolini, romagnolo nativo di Galeata a pochi km da San Piero, riconosce nella cucina di Giuliana i sapori della sua infanzia e, con alcune recensioni su Il Sole 24 Ore, sancisce definitivamente il compimento della missione di Giuliana definendo quei piatti "i piatti della memoria". Poco dopo anche Edoardo Raspelli "prova" ben due volte la cucina di Giuliana e la esalta fino a scegliere alcune sue ricette che pubblica nel suo libro "Italia in Tavola" insieme ad altri ristoranti blasonati, con cucina prettamente tradizionale e di territorio.
Nel suo personale viaggio Giuliana incontra quasi subito Slow Food e capisce di poter percorrere in sintonia la strada insieme. Da anni il Gambero Rosso è un punto di riferimento per il movimento del "mangiare lento": è una delle tre "chiocciole" romagnole. Altro riconoscimento viene dalla Guida dei ristoranti del Gambero Rosso - omonimia non clientelare - che gli attribuisce i "Tre Gamberi", simbolo che elegge meno di 20 locali con cucina di tradizione e di territorio quali migliori trattorie d'Italia. Oggi ha raggiunto un elevata quota di clienti fidelizzati, fra i quali personaggi della politica, dello spettacolo, dello sport. E se i clienti si muovono da tutta Italia, e non solo, per raggiungere Giuliana in questo piccolo, magico posto nell’Appennino, vuol dire che sentono anche loro l’irresistibile richiamo di piatti che solo qui si possono assaporare. E mai dimenticare.
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La bella storia della locanda continua... |
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Il Gambero compie felicemente 60 anni e invece di andare in pensione si rinnova pieno di entusiasmo con l’arrivo di
Maria Chiara, figlia di Michela e Paolo e, ovviamente, nipotina di Giuliana e Moreno.
La "Cucina delle Donne" iniziata con nonna Diva nel 1951, e attualmente gestita con successo dalle mani sapienti di Giuliana, ha quindi un futuro assicurato con Maria Chiara. Invitiamo i nostri clienti a comunicarlo ai loro figli o nipoti. |
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Sopra: Il primo contatto di Mariachiara con la cucina:
se il buongiorno si vede dal mattino…
A fianco: "Nonna, cosa ti cucino oggi ?" |
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Perché il nome "Gambero Rosso"? Rileggetevi il libro di Carlo Collodi "Pinocchio" e capirete... |
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